Cristiano D'amora: una vita calcistica nel segno della Rustica

31/05/2019

MISTER CRISTIANO D'AMORA (PEPERINO LA RUSTICA)

Si è appena conclusa un’emozionante stagione di calcio a 8 sui campi della  Serie A della Centurion League, fatta di gioie, difficoltà, incertezze, passione e soprattutto di grande gioco.
A ridosso dell’avvio della nuova stagione estiva, Noi della redazione della Centurion abbiamo deciso di dedicare questa pagina al neopremiato “Miglior Allenatore” della stagione invernale 2018/2019 Cristiano D’amora, “mister” del Peperino la Rustica, fresco della conquista dello Scudetto, con il quale abbiamo ripercorso i primi passi della Sua carriera, la stagione appena trascorsa, e da cui ci siamo fatti raccontare i progetti per il futuro.

Mister Cristiano D’amora nasce come tanti di noi con una grande passione, quella del Calcio.
Il primo contatto con questo mondo lo vede calcare i campi della Rustica, dove ha mosso i primi passi nella Scuola Calcio per poi seguire la trafila giovanile/dilettantistica fino alla I categoria sempre nel proprio quartiere, anni inframezzati da una parentesi di un anno trascorso tra le linee dell’” Atletico Supramonte di Orgosolo”, militante nella I Categoria Sarda.
Nel 2001, rientrato a Roma, inizia invece il suo percorso da allenatore, con i Giovanissimi della “Nuova Rustica”, che ha guidato fino al 2004, prima di prendere gli Allievi per altri due anni.
In quei tempi ha aumentato e maturato il suo amore per la disciplina e per il ruolo di allenatore che tutt’ora ricopre, ciò dovuto anche al fatto di avere avuto la fortuna di poter osservare da vicino il lavoro di Lamberto Mazzoli, allenatore della squadra d’Eccellenza, nella quale hanno militato tanti giocatori di talento, alcuni che ha in seguito ritrovato da avversari, altri che invece gli sono sempre stati accanto e lo hanno accompagnato e stimolato lungo il corso degli anni, fra tutti Francesco Giandonato, che avrà un ruolo fondamentale nell’avvicinare Mr D’amora al mondo del calcio a 8 prima, e in particolare al Peperino poi.
In seguito passa all’ “MC 84” ereditata da Mario Casavecchia, in passato suo allenatore, con la quale si fregia dei primi due campionati vinti nelle stagioni 2003/04 e 2004/05.
Chiuso questo periodo di grande crescita personale sui campi di calcio a 11, la svolta: nasce l’Uscita XV, una delle più storiche società di calcio a 8, dove inizialmente milita da giocatore, prima che Francesco Di Matteo (attuale Direttore Generale del Peperino n.d.r.) gli proponga di passare a guidarla da allenatore; proposta accettata di buon grado da D’amora, ripagata anche dai risultati.

“Insieme abbiamo fatto un percorso straordinario, non dimenticherò mai quell’esperienza e gli amici con cui l’ho condivisa, giocatori del calibro di Giandonato, Leggeri, Di Matteo. Con quella squadra abbiamo vinto veramente di tutto, è probabilmente una delle più forti che abbia mai allenato”.

In quel periodo il calcio a 8 occupa il centro del suo cuore e delle sue attenzioni, con l’Uscita XV gareggia principalmente nei campionati Over35, ma con l’occhio rivolto alle grandi squadre che hanno fatto la storia del calcio a 8, come il “Cotton Club” di Maurizio Giuseppucci, fino al momento della svolta decisiva.

“Un bel giorno, ero al campo dell’ Atletico 2000, e mi capitò di vedere una partita tra “Cottini Staibano” contro l’ “Atletico Pisana”. Rimasi semplicemente allibito dalla Pisana. Mi esaltava il loro modo di giocare a calciotto – completamente differente da quello a cui ero stato abituato, molto fisico e con ruoli bloccati – fatto di scambi di posizione costanti, velocità, fraseggio, tecnica individuale altissima, mi ha veramente impressionato. In questo devo ammettere che mi prese e successivamente mi contagiò moltissimo il lavoro di mister Davide Di Pasquale, ai tempi già allenatore di quella squadra che ha portato a livelli veramente alti”.

Su queste premesse, arriva alla fine la possibilità di entrare a far parte di Quel mondo, sebbene Mister D’amora inizialmente accetti non senza una certa riluttanza la proposta pervenutagli dal solito Francesco Giandonato di prendere le redini del progetto tecnico del “Peperino la Rustica”, società nata nel 2016/2017, che non stava vivendo però un avvio felicissimo.

“Con l’Uscita XV Over35 le cose stavano andando alla grande, poi però Francesco (Giandonato n.d.r.), allora capitano, venne un giorno da me parlandomi di questa squadra che aveva fatto un punto in dieci giornate, il “Peperino la Rustica”. Sinceramente ero un po’ titubante alle battute iniziali, ma poi mi lasciai coinvolgere, e feci bene, visto che poi grazie anche al grande lavoro del presidente Marco Ruggeri, a Di Matteo, Poppei, De Santis e il grandissimo Emanuele Baruzzo – oggi mio secondo – abbiamo dato luce al Peperino che oggi tutti conoscete. Non devo dimenticarmi anche del fantastico lavoro di Stefano Melis, direttore sportivo che stimo tantissimo che ancora oggi collabora con noi, che ci diede una grande mano soprattutto nelle prime stagioni”.

Ecco, dunque, svelata la strada che ha portato mister Cristiano D’amora sulla oggi titolata panchina del Peperino la Rustica, un percorso lungo, appassionante e da cui non ha mai smesso di imparare.

Di seguito, ora, riportiamo l’estratto integrale dell’intervista che Ci ha rilasciato l’allenatore sul percorso del Peperino di quest’anno e sul medio-lungo futuro.

Mister parliamo della stagione della Centurion League Serie A 2018/2019: l'obiettivo stagionale era rientrare fra le prime sei, dopo qualche incertezza iniziale (vi ha fatto temere?) avete preso un ottimo ritmo crescendo dal punto di vista della coesione, dell’ intensità e dei risultati, e alla fine vi siete andati a piazzare 4° davanti a due ottime squadre come il Castel di leva e l’ Atletico Pisana. Quali sono stati gli ostacoli più grossi della Regular Season?

È stato un anno difficile, il Peperino veniva da un paio di buone annate e quando siamo entrati nel discorso Centurion le premesse erano delle migliori. Purtroppo, però, proprio a ridosso dell’inizio di stagione molti giocatori che si erano distinti nelle passate stagioni hanno preso altre strade, come Cutrupi che ha inizato un percorso nel calcio a 5, Fè che ha preso un’altra squadra (ma nella stagione estiva sarà con il Peperino n.d.r.), Daniel Rossi che giocando al Nuova Florida non è potuto essere dei nostri, Colasanti che è andato a giocare fuori, insomma tanti ottimi elementi il cui addio ci ha leggermente spiazzato, e probabilmente l’avvio di campionato è stato problematico anche per questo, oltre all’ottimo livello delle altre. Abbiamo inserito alcuni giovani, per sopperire; è stato molto importante l’approdo nello staff di Patrizio de Santis che ci ha ricompattato e alla fine abbiamo fatto un ottimo girone di ritorno conquistando il Play Off come da obiettivo prepostoci.

Dopodiché l'impresa, nel giro di due settimane estromettete una Pisana che aveva ritrovato i suoi elementi migliori e stava vivendo un ottimo periodo di forma, e poi la soddisfazione di eliminare i campioni della Regular Season (siete gli unici contro cui la Roma abbia perso quest'anno). Che sensazioni avete provato prima e dopo entrambi i passaggi di turno? Che aspettative avevate rispetto allo svolgimento dell'altro lato del tabellone?

Gli accoppiamenti ci hanno abbastanza scosso, abbiamo capito che la strada per arrivare in fondo era molto in salita. La Pisana di Di Pasquale aveva recuperato tutti i suoi elementi migliori ed era sicuramente vogliosa di rivalsa per l’esito altalenante della Regular Season.; la Roma è la Roma, non c’è bisogno di aggiungere altro, e per di più dall’altra parte sarebbe arrivata una tra Ostia, Jamaica e Castel di leva, tutte squadre temibili e preparatissime.

Ho detto ai miei ragazzi  “Mancano cinque partite prima della conclusione del campionato, io credo in voi, ma non lascatevi scoraggiare da niente e nessuno perché sennò abbiamo già perso, dovete crederci voi per primi, ce la possiamo fare”.

 A inizio anno il Peperino era sempre descritto come una squadra indietro rispetto alle altre, i risultati non erano tutti ottimi e in molti ci sottovalutavano. Senza mai fare un fiato abbiamo canalizzato la concentrazione e la voglia e l’abbiamo portata in campo.

Il 5 a 2 con la Pisana ci ha aperto gli occhi su quello che potevamo realmente fare, passare il turno con loro ci ha dato grandi motivazioni per andare ad affrontare la squadra di Ferretti, e anche con loro abbiamo meritato di vincere con tanto cuore, sul campo. Tutto questo ci ha dato grande energia.

La finale. L’Ostia  visto il precedente percorso stagionale (3a in classifica sopra di voi, già due finali giocate, e perse, nella Winter Cup e in Coppa Roma) partiva forse favorita rispetto a voi. Eravate di questa stessa opinione prima della gara o avete pensato che le possibilità fossero 50% e 50% o, ancora, sbilanciate di più a vostro favore?

Ci davamo alla pari. Loro sono fortissimi ma noi mentalmente stavamo troppo bene, siamo partiti a razzo e abbiamo portato in scena una delle finali più belle che abbia mai visto.

Alessandro Bendetti è innanzitutto un amico, più volte abbiamo scherzato insieme sognando di incontrarci in finale, e poi è un grande allenatore, difficilissimo da incontrare quindi lo temevamo, ma ripeto noi mentalmente eravamo esaltati dal percorso che avevamo fatto nei Play Off, e , in particolar modo in una finale dove da un momento all’altro qualsiasi schema tattico può andare a farsi friggere, avere la testa libera e un cuore forte ti fa esprimere al meglio, e così e stato.

Il Peperino da quando ha preso il via ha sempre avuto una precisa identità di gioco, ma nella finale contro l'Ostia ha cambiato qualcosa a livello di interpreti nelle diverse posizioni, rinunciando praticamente agli esterni offensivi come Ulisse ed Ascione in favore di Campanella e Sabelli; scelta dovuta in particolare all’ avversario dotato di un grandissimo potenziale offensivo che andavate ad affrontare?

Sì, in finale abbiamo rinunciato agli esterni alti, sebbene avessero trainato il carro durante tutto il corso della Regular Season ed io propenda molto a sfruttare le corsie esterne.

L’ostia però è una squadra multiforme, capace di adattarsi a ogni situazione e a cambiare in corsa senza battere ciglio, serviva grande equilibrio da parte dei miei. Ho deciso di mettere tre centrali in difesa per creare una vera e propria barriera, in regia Alfonsi - molto in forma in questo periodo – affiancandogli un carrarmato come Sabelli, un giocatore di grande sacrificio, che fondamentalmente aveva il compito principale di proteggere Alfonsi, visto che immaginavo che l’Ostia avrebbe potuto cercare il pressing su di lui che tocca moltissimi palloni. Anche Campanella si è sacrificato molto, durante la stagione ha agito quasi sempre da terzino, in finale si è spostato quasi a fare la seconda punta. In ogni caso voglio veramente ringraziare tutti per il sacrificio fatto, soprattutto coloro che pur meritando di giocare sono rimasti in panchina o hanno giocato pochi minuti.

Progetti per il futuro? Si vede ancora sulla panchina del Peperino per il prossimo anno? Ha chiesto/concordato con il presidente Ruggeri di rinforzare la rosa in vista dei prossimi impegni o si va avanti solo con i protagonisti di quest'anno?

Sono contento di stare al Peperino, si lavora molto bene con il presidente Ruggeri, Baruzzo, De Santis e Di Matteo e tutti quelli che lavorano per il Peperino. Per quanto riguarda la squadra bisogna confermare il blocco duro che è stato fondamentale quest’anno. Ovviamente a me piacerebbe tenerli tutti perché se lo sono meritato, ma il calcio è bello anche perché si varia e se qualcuno sentisse la voglia o l’esigenza di cambiare lo rispetterei, e a quel punto vedremo come intervenire sul mercato. L’importante è che chi arriva sposi la causa, sposi il gruppo, vogliamo il Noi e non l’Io.

Mister la ringraziamo per il tempo che Ci ha dedicato, ancora complimenti e un grande in bocca al lupo per il futuro.

Grazie a te. Con l’occasione vorrei ringraziare anche tutte le società che hanno partecipato quest’anno e tutto lo staff della Centurion, è stata un’annata indimenticabile, si può sempre migliorare, ma è stato fatto un gran lavoro da parte di tutti.

Articolo a cura di Pietro Teofilatto.